Perché nel ciclismo si prova più fatica rispetto al podismo.
Le componenti della fatica nel ciclismo: Fisica, Emotiva e Cognitiva.
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Con l’episodio della settimana scorsa abbiamo visto il materiale essenziale per cominciare a pedalare al meglio.
Oggi vediamo degli aspetti ben più affascinanti che non possono essere rimediati in giro o comprati in negozio, perché fanno parte della tua sfera psicologica, se stai iniziando ora o se sei già esperto, ti voglio far rendere conto che, quando pedali ti trovi ad affrontare, una componente fisica, ovviamente, che riguarda il tuo corpo cioè muscoli, apparato respiratorio, battito cardiaco, ecc… facendo una similitudine con un computer, queste sono le periferiche che mandano dei segnali all’unità centrale, che sarebbe il tuo cervello
È qui, nel cervello, dove entrano in gioco altre due componenti quella cognitiva e quella emotiva che insieme a quella fisica, di cui ti parlavo prima, tutte tre ti danno il senso della fatica. Come vedi, due componenti su tre, sono di natura psicologica
Questo aspetto del ciclismo è affascinante, è pazzesco scoprire quanto le due componenti mentali facciano la differenza, principalmente sulla prestazione puramente competitiva e corsaiola (come diciamo noi ciclisti), ma hanno un peso anche su le semplici uscite in gruppo o da soli, se affronti la fatica con un atteggiamento positivo e rilassato, scoprirai che lo sforzo magicamente si trasforma in piacere e la tua esaltazione nel superare i tratti più impegnativi sarà la molla che ti permetterà di acquisire sempre più costanza.
Qualcuno si chiederà come affrontare la fatica con un atteggiamento positivo? Fa parte del famoso allenamento mentale, fondamentale per tutti gli sport di endurance come il ciclismo.
Farò un episodio dedicato alle componenti emotiva e cognitiva, il peso che hanno nella percezione del dolore e della fatica ti dirò come ho imparato a fare allenamento mentale e affrontare con piacere anche le salite più dure. Registrati al canale per non perdere i prossimi episodi.
Ti assicuro che agli inizi di certo non avevo tanto godimento, tutt’altro.
Ti racconto come ho vissuto il passaggio dalla corsa alla bici. Se non hai ascoltato il primo episodio ascoltalo, ti parlo che dopo la mia prima e ultima maratona nel 1999 ho avuto un problema al menisco, quindi rimediata una bici ho iniziato ad allenarmi.
Una delle differenze sostanziali che ho notato nelle prime uscite in bicicletta rispetto agli allenamenti di corsa a piedi, e stato il dolore, intendo il dolore fisico, mi spiego meglio, negli allenamenti più duri di corsa provavo dolore al petto dovuto all’affanno e alle alte frequenze cardiache, naturalmente.
Quando ho iniziato ad allenarmi in bici, durante i momenti più intensi, al dolore del petto si è aggiunto il dolore intenso alle gambe, mai provato prima.
Ricordo benissimo, alla mia prima salita un senso di meraviglia mi sorprese, come una coperta lanciata sul fuoco, dentro me la forza sia fisica che mentale, si spense lentamente, le gambe dure, dure ad ogni pedalata sempre più dure da sembrare due pezzi di legno, il tratto di strada che mancava per arrivare allo scollinamento all’improvviso, mi sembrò insuperabile, sono sceso dalla bici e a testa bassa ho continuato a piedi fino in cima.
Anche se mi ero prefissato di fare uscite brevi che rispecchiavano i tempi delle uscite a piedi, intorno ai 40 – 45 minuti non mi aspettavo quella sofferenza.
La sensazione è stata simile a quella che molte persone provato da ragazzi, quando sali sulle montagne russe la prima volta, durante quel primo giro alla prima terribile discesa, un’impensata accelerazione ti scuote lo stomaco e a quel punto giuri su te stesso che se scendi vivo da lì, non salirai mai più su una diavoleria del genere, ma, puntualmente appena poggi il piede per terra ritorni in fila per il secondo giro.
Così anch’io su quella prima salita ho giurato che una volta a casa quella bici sarebbe ritornata, per sempre, appesa al gancio, dov’era stata per anni, nel garage di mio padre.
Invece il giorno dopo ero di nuovo in sella ed ora sono qua, addirittura, dopo vent’anni a raccontarti di km di strada e migliaia di salite percorse con piacere e serenità.
Come l’adrenalina sulle montagne russe, così le endorfine per gli sportivi creano una certa dipendenza che tu puoi sfruttare a tuo favore per continuare ad allenarti con più grinta.
Molte persone alternano corsa e ciclismo, nulla in contrario, però ora voglio aprirti gli occhi su una scoperta che ho fatto e che riguarda la differenza che ho trovato molte volte alla fine di un allenamento di corsa o uno di ciclismo. Al ritornato dall’uscita in bici avverto più una sensazione come di aver fatto un viaggio, in due tre ore riesco a percorrere realtà diverse, ogni uscita ha una sua particolarità, rispetto all’uscita a piedi dove si ho l’impressione di andare in palestra, e più monotono, alla fine i percorsi di corsa sono sempre gli stessi giri.
Certo io sono di parte, ma i vantaggi di allenarti in bici rispetto alla corsa sono molteplici, ti basta farti un giro sul web e troverai molti siti autorevoli che ne elencano le differenze.
In questo episodio ho voluto raccontarti, come sempre la mia personale esperienza da ciclista sensoriale, e ti consiglio di ascoltare il tuo corpo perché il tempo e l’esperienza ti diranno di cosa realmente hai bisogno per pedalare al meglio, ti renderai conto di avere le capacità che ti servono per raggiungere i risultati desiderati.
Per oggi e tutto, cari Ciclisti e care cicliste,
Sono tanto contento che sei arrivato fino a qui e ti rimando al gruppo Facebook cercate A ruota Libera c’è anche un canale telegram apri l’applicazione e cerca @staiaruotalibera oppure visita il sito www.aruotalibera.info, ti metto i link nella descrizione di questa puntata cercateli. Inviarmi domande, opinioni e datemi dei feedback e critiche costruttive, Dimmi se anche tu corri a piedi e cosa ne pensi di quello che ho descritto, sei d’accordo?. ti aspetto.
Farò di tutto affinché questo canale, un po’ artigianale, riesca a dare un valore per chi lo Ascolta, il vostro aiuto è importante!
Vi chiedo, infine, fortemente di condividere questo podcast con i vostri amici ciclisti per permettere a più persone possibili di conoscere a ruota libera in modo che altri ciclisti possano usufruire di questi contenuti che con tanta passione mi impegno a creare per tutti.
Perché la fuga in solitaria non è mai una tattica vincente Spero che saremo un gruppo compatto fino al traguardo.
Allora Rimani in scia A ruota Libera..