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Omeostasi: Come migliorare l’Allenamento in bici. -Senza noiose Tabelle-

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Come riesce l’uomo a vivere in Siberia e come può lo stesso uomo vivere nel Sahara?
E l’allenamento in bici cosa centra in tutto questo? Ascolta questo episodio e lo capirai!

Omeostasi questa è la capacità che permette, a l’uomo, questo sorprendente adattamento.

Questa settimana c’è una novità, infatti l’argomento che tratterò, l’avete scelto voi ascoltatori tramite i sondaggi che ho postato sul canale telegram, iscrivetevi! cercate in telegram staiaruitalibera, il sondaggio e stato proposto anche nella pagina facebook. Trovate tutti i collegamenti sul blog aruotalibera.info, ci sono anche i link per ascoltare i nostri episodi sulle vostre app preferite. Mi raccomando iscrivetevi ai canali queste piccole azioni da parte vostra sono delle grandi ricompense al mio impegno. Vi ringrazio Tanto!

Nei canali che vi ho appena citato troverai le immagini che chiariscono meglio i concetti di questo episodio.

Ultimamente ho letto un libro di Davide Cassani, si chiama Quelli che pedalano, è un manuale per chi comincia a pedalare. Indica in modo veloce le tappe necessarie per diventare un buon cicloamatore. Metto il link di Amazon in descrizione per chi fosse interessato.

È In quel libro che ho scoperto dell’omeostasi, e subito sono andato in fissa, non mi sono accontentato ed ho approfondito l’argomento, purtroppo ho questo vizio! Ah ah

Ed ho scoperto che l’omeostasi è l’insieme dei meccanismi chimico-fisici, biologici e comportamentali che permettono agli esseri viventi di mantenere costante l’ambiente interno, anche se all’esterno avvengono cambiamenti.

Ciclo dell’Omeostasi in tutti gli esseri viventi.

Con gli esempi si capisce meglio, se fa troppo caldo si suda per raffreddare la pelle, se è troppo freddo il corpo è scosso da brividi che producono calore, gli alberi perdono le foglie per affrontare il gelo invernale. I meccanismi omeostatici sono raffinati sistemi che utilizzano molte risorse.

Va be ma questo e un podcast di ciclismo non di fisiologia… Tutto questo che centra?

Centra è come!

Infatti in questo episodio vi espongo i risultati delle mie ricerche, e riflessioni personali relative a

  • Come sfruttare l’omeostasi per ottenere giovamenti fisici negli sport di endurance.
  • Come sfruttare l’omeostasi per addestrare la mente alla fatica.
  • In fine un paio personali osservazioni fatte in bici, pensando all’omeostasi.

Al nostro organismo, al nostro fisico, piace l’equilibrio, pertanto cerca di compensare gli attacchi che mirano la stabilità,  a mantenere questo equilibrio ci pensa  l’omeostasi.

Ogni volta che esegui una sessione di allenamento, metti in crisi l’omeostasi, si avrà una risposta fisiologica del nostro corpo che causerà affaticamento e, successivamente un periodo di recupero, superato questo periodo di recupero, l’omeostasi avrà bisogno di carichi di allenamento maggiori per essere messa in crisi.

Fasi Omeostasi supercompensazione.
In questo grafico è evidente come i livelli dell’omeostasi aumentano dopo una giusta fase di recupero cioè, l’aumento delle prestazioni fisiche.

Divido in due fasi questo concetto per essere più chiaro.

Fase 1–Stimolo – Stimoliamo l’omeostasi con il carico di lavoro questo produce un affaticamento che provoca una diminuzione momentaneo delle prestazioni.

Fase 2–Recupero – Occorre un periodo di recupero dove l’organismo si adatta e anzi supera il livello stimolante necessario a mettere nuovamente in crisi l’omeostasi.

Bisogna porre molta attenzione alla fase due, al recupero, spesso sottovalutata.

Se il periodo di recupero è troppo breve non si innesca il miglioramento.

Se il periodo di recupero è troppo lungo si perdono i benefici che ci dà omeostasi stressata.

Questa catena di eventi, questo ciclo fatto da stimolo allenante, reazione dell’organismo, riposo, porterà l’atleta a migliorare le proprie prestazioni.

Prendiamo in esame, ora, il fattore mentale dell’allenamento, si perché l’omeostasi è un meccanismo che può essere sfruttato anche per le componenti psicologiche o mentali,

Che sono una parte fondamentale degli sport di endurance ne abbiamo parlato nell’episodio 8 la fatica del ciclista, ascoltalo.

Abbiamo detto che i carichi di lavoro mettono in crisi l’omeostasi e ci daranno un miglioramento delle prestazioni fisiche, come fare o stimolare l’omeostasi per ottenere un adattamento psicologico, mentale alla fatica?

Devi trovare un tuo obbiettivo, quello che più si adatta alle tue caratteristiche da ciclista o al tuo livello di allenamento.

Una volta raggiunto questo obbiettivo ne trovi un altro più faticoso da raggiugere.

Come sempre ti do degli esempi, che in questo caso, rispecchiano esattamente quello che ho escogitato all’inizio e che faccio tuttora nelle miè uscite, per stressare la mia omeostasi Psi-co-fi-si-ca.

Ho cominciato col primo obbiettivo, pedalare per un’ora senza fermarmi, e vi assicuro che vent’anni fa questo ha messo in crisi la mia omeostasi mentale e fisica. Ma c’è l’ho fatta.

Poi ho cercato di migliorare il tempo su una salita conosciuta, man mano che raggiungevo questi obbiettivi il mio fisico e la mente si adattavano.

Poi ho puntato i 100 km e li ho raggiunti, psicologicamente la fatica non faceva più paura , l’obbiettivo successivo ricordo fu quello di partecipare è finire una gran fondo, e la ricordo come una splendida esperienza.

Poniti obbiettivi che siano impegnativi, ma pur sempre raggiungibili. E non dimenticare il riposo fa parte del ciclo allenante.

Tra gli obbiettivi che sto usando negli ultimi tempi c’è il mantenere una cadenza di pedalata tra i 90 e 110 per un tempo via via sempre più lungo, o rimanere con un alta frequenza cardiaca in un lasso di tempo prestabilito.

Come vedi questi ultimi obbiettivi sono legati all’uso dei ciclocomputer, che al giorno d’oggi possono aiutarti molto a escogitare i tuoi personali stimoli sfruttando la miriade di dati che ti mettono a disposizione questi favolosi accessori.

Questa tecnica ti rinnoverà  di volta in volta la volontà otterrai costanza, continuità della tua esperienza sportiva in bicicletta.

Ora che hai a disposizione questi strumenti che stimolano l’omeostasi, sta alla tua abilità usarli a tuo vantaggio per ottenere miglioramenti delle tue caratteristiche mentali efisiche.

Occhio però che l’omeostasi funziona anche all’ inverso, nel senso che, se diminuisci i tuoi carichi di lavoro fisico o non ti dai obbiettivi mentali, il tuo corpo tenderà comunque a trovare l’equilibrio agli stimoli ricevuti. Ma in questo caso si avrà il deallenamento (detraining in inglese) è un fenomeno che indica una perdita completa o parziale degli adattamenti fisiologici, ottenuti con l’esercizio fisico, per via della riduzione dell’attività fisica;

Be ma questo è ovvio, se non fai attività fisica ottieni il detraing, il concetto va detto comunque, per completezza, per descrivere in modo corretto l’omeostasi. Questa stupefacente capacità che la natura ci ha regalato.

Una risorsa che dobbiamo sfruttare per raggiungere i nostri scopi sportivi o fisici e mentali.

Ultime due osservazioni per chiudere l’episodio:

La prossima volta che sei a tutta, su quella salita che proprio non sopporti, o quando sei al limite dietro a un tuo compagno più allenato di te! Non mollare perché è proprio in questi momenti che stai stressando la tua omeostasi. E’ uno strumento perfetto per migliore il tuo rapporto con la fatica Psico-fisica.

Ma, di contro, anche quando sei a gambe stese sul divano oltre il dovuto periodo di riposo, l’assenza di stimoli alla tua omeostasi  ti riporterà  ad avere paura della fatica, svogliatezza e l’ozio prenderà il sopravvento.

Allora, Viva l’omeostasi!

Per oggi e tutto, cari Ciclisti e care cicliste,

Le raccomandazioni  per iscriverti ai canali te l’ho date all’inizio, quindi ti dico che

Farò di tutto affinché questo canale, un po’ artigianale, riesca a dare un valore a chi lo Ascolta, il vostro aiuto è importante!

Vi chiedo, infine, fortemente di condividere questo podcast con i vostri amici ciclisti per permettere a più persone possibili di conoscere a ruota libera in modo che altri ciclisti possano usufruire di questi contenuti che con tanta passione mi impegno a creare per tutti.

Perché la fuga in solitaria non è mai una tattica vincente, saremo un gruppo compatto fino al traguardo.

Allora Rimani in scia A ruota Libera..

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Di Luigi Vergari

A Ruota Libera è il primo podcast dedicato al ciclismo pedalato e sensoriale. Fatto da un ciclista amatore e rivolto ai ciclisti amatori.
La passione per questo splendido sport mi spinge prima di tutto a pedalare e poi a ricercare sempre le novità e scoprire le innovazioni che girano attorno al mondo del ciclismo.

Rimani in scia A Ruota Libera!!

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